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Egidio Zacheo presenta il suo libro
La sinistra finsice
Dal populismo di Vendola e Renzi al governo gialloverde
Introduce Anna Stomeo, dialoga con l’autore Paolo Protopapa; sarà presente l’editore Claudio Martino.
L’autore. Egidio Zacheo ha insegnato Scienza Politica presso l’Università del Salento. È stato più volte sindaco di Campi Salentina. Tra le sue pubblicazioni ricordiamo: “Politica e istituzioni nella transizione. L’Italia in Europa” (2000), “Il secolo della democrazia. Politica e diritti nel Novecento” (2003), “Un paese in bilico. Il mio volontariato culturale e politico” (2005), L’anomalia italiana e l’autodafé della sinistra” (2010), “L’identità divisa. L’Italia e il nostro debole spirito pubblico” (2013).
Il libro. Il libro raccoglie recensioni e articoli, apparsi sul “Nuovo Quotidiano di Puglia”, e due relazioni, con cui l’autore esprime il suo punto di vista e le sue valutazioni sulla situazione politica italiana e sul processo di indebolimento politico-culturale che ha colpito la sinistra. “Il titolo del libro volutamente cerca di richiamarne in qualche modo quello di Giuseppe Prezzolini – autorevole intellettuale conservatore del secolo scorso – “L’Italia finisce”. È mia convinzione, infatti, che è necessario fare anche per la sinistra ciò che col suo lavoro Prezzolini ha cercato di fare nei riguardi della storia d’Italia: smontare alcuni tenaci luoghi comuni e far cadere alcuni miti consolatori. Per la verità, per noi il compito non dovrebbe essere particolarmente difficile considerando come già da circa venti anni la sinistra ha provveduto a portare avanti l’opera di demolizione di se stessa” (…) “La sinistra, come l’abbiamo conosciuta negli ultimi venticinque anni circa, non esiste più. Tutti i suoi esponenti più noti appaiono ormai impresentabili e le sue strutture esangui. Smarrita e priva di una strategia non sa cosa fare. Naturalmente, qualcosa è sempre possibile fare ed è anche possibile perfino una sua rinascita se riesce a capire che deve guardare ai tempi lunghi e alle radici più profonde delle contraddizioni storiche del nostro Paese. Probabilmente qualcosa sta già succedendo, ma – per dirla con Prezzolini – «che cosa la sta sostituendo non sappiamo. Si vedrà o meglio: lo vedranno i nostri figli e nipoti»”. (dalla prefazione dell’autore)