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Eventi e speciali

OFFF - Otranto Film Fund Festival

offf

III Edizione

Appartiene a...

Informazioni utili

  • Categoria: Rassegne
  • Dal 01/09/2011 al 06/09/2011
  • Dove: Otranto
  • Indirizzo: Castello Aragonese e Porta Alfonsina
  • Costo: accesso libero
  • Orario: 21:00
  • Organizzatori: Comune di Otranto

Torna di scena il cinema che dialoga con i territori, a Otranto dal 1 al 6 settembre negli spazi del Castello Aragonese e di Porta Alfonsina. Prende il via così la terza edizione di OFFF – Otranto Film Fund Festival, organizzata dal Comune di Otranto in collaborazione con Apulia Film Commission. OFFF è un progetto nato da un’idea di Luigi De Luca, con la direzione artistica e organizzativa di Chiara Eleonora Coppola.

Un ruolo fondamentale nella nuova epoca della cinematografia europea è svolto dal Territorio: dai Film Fund Regionali e dalle Film Commission, che attualmente rappresentano un tassello importante del sistema di finanziamento dell’audiovisivo, costituendo un legame forte tra le regioni e le produzioni cinematografiche. In questo scenario si inserisce OFFF, una rassegna che è occasione d’incontro tra le produzioni cinematografiche internazionali realizzate con il sostegno di film fund e film commission che, attraverso la settima arte, valorizzano le specificità delle regioni e dei singoli territori, il loro ricco patrimonio di storie, identità, diversità culturali.
Progressivamente, il ruolo dei fondi pubblici regionali ha inciso, oltre che sugli aspetti finanziari e organizzativi, anche sui contenuti e le narrazioni. Gli autori hanno trovato nelle regioni non soltanto un modo più friendly di finanziare i loro progetti, ma anche la fonte di nuove ispirazioni.
In tal senso, la rassegna si propone sia come mostra delle migliori produzioni cinematografiche realizzate con il sostegno di film fund e film commission, sia come spazio di confronto e approfondimento delle problematiche di settore, attraverso lo scambio di esperienze e la ricerca di soluzioni comuni.

Tanti gli ospiti e le attività in programma per l'edizione 2011: proiezioni, incontri, lezioni di cinema, workshop, premio Cinema e Territori all'opera cinematografica che meglio ha documentato il rapporto tra cinema e storia culturale, sociale, politica ed economica dei territori cui fa riferimento.
La terza edizione si arricchisce di nuove sezioni tematiche: la prima è l'omaggio al ventennale dello sbarco degli albanesi in Italia, la seconda l'omaggio per il decennale del fondo Wallimage.

OTRANTO FILM FUND FESTIVAL 2011

Giovedì 1 settembre
Porta Alfonsina
ore 19.00 - Premio Cinema e Territori
al regista Giovanni Albanese e all’attrice Donatella Finocchiaro
a seguire proiezione del film Senza arte né parte (2011)

SENZA ARTE NÉ PARTE (90')
di Giovanni Albanese, Italia, 2011

CREDITS
Regia - Giovanni Albanese
Soggetto - Giovanni Albanese, Erminio Perocco
Sceneggiatura - Fabio Bonifacci, Giovanni Albanese
Fotografia - Ramiro Civita (A.D.F.)
Montaggio - Carlotta Cristiani
Musica - Mauro Pagani Cam Original Soundtracks
Suono - Alessandro Bianchi
Costumi - Grazia Materia
Scenografia - Sabrina Balestra
Organizzazione - Massimo Di Rocco, Luigi Napoleone
Coprodotto da - Lumière & Co, Rai Cinema
Produttore - Lionello Cerri
Cast - Vincenzo Salemme, Giuseppe Battiston, Donatella Finocchiaro, Hassani Shapi, Giulio Beranek, Mariolina De Fano, Paolo Sassanelli, con la partecipazione straordinaria di Sonia Bergamasco.

Film riconosciuto di Interesse Culturale con il sostegno del Ministero per i Beni e le Attività Culturali Direzione Generale per il Cinema, in collaborazione con Apulia Film Commission.

SINOSSI
Salento. C’è aria di crisi. Il Premiato Pastificio Tammaro chiude la vecchia fabbrica, in realtà con l’idea di riaprirne presto una nuova, completamente meccanizzata. Tutta la squadra di operai addetti allo stoccaggio manuale si ritrova disoccupata.
Proprio in quei giorni Alfonso Tammaro compra una collezione d’arte contemporanea, che viene provvisoriamente sistemata nel vecchio pastificio. Viene offerto a Enzo, Carmine e Bandula, come lavoro temporaneo in nero, di custodire il magazzino che ospita le opere. Si ritroveranno a vivere la più incredibile ed esaltante avventura della loro vita, che li porterà ad avvicinare, con un misto di curiosità e primitiva irruenza, il linguaggio dell’arte e il mondo delle gallerie d’arte tra collezionisti e vernissage. Ma la mala sorte della povera gente sta sempre in agguato.

GIOVANNI ALBANESE
Regista e artista, Giovanni Albanese è titolare della Cattedra di Decorazione all’Accademia di Belle Arti di Roma. Invitato al Padiglione Italia alla prossima 54^ Biennale di Venezia 2011. Nel 2002 gli è stato assegnato il Premio Pino Pascali per l’Arte Contemporanea. Nel 2003 è uscito nelle sale il suo film "A.A.A.ACHILLE" con cui ha vinto il Giffoni Film Festival.
Nell'a.a. 2005-2006 ha diretto il Laboratorio Cinematografico dell'Università degli Studi di Foggia. Nel 2006 firma la regia del cortometraggio "Una via di uscita" per l'associazione antiusura Buon Samaritano. Nel 2006 per La Notte Bianca del Comune di Roma ha realizzato la regia dell'evento "La Notte dei Sogni" presso Palazzo Barberini.

Note di regia. L’idea di questo film nasce da un cortocircuito di due mondi diametralmente opposti tra loro: la dura realtà di lavoro degli operai di un pastificio salentino e l’elitario mondo dell’arte contemporanea italiana e internazionale.
Gli operai che ho scelto di raccontare sono degli scaricatori di pasta, gli ultimi tra gli ultimi nella catena produttiva della fabbrica, non sono operai specializzati e nemmeno semplici, sono uomini che conoscono solo il lavoro manuale e la fatica fisica e che tirano la cinghia per arrivare alla fine del mese. Allora, questa gente che tipo di rapporto può avere con l’arte contemporanea o con l’arte concettuale? Come reagiranno i nostri, se le vicissitudini della vita li porteranno in diretto contatto con un mondo a loro ignoto, fatto di oggetti spesso indecifrabili, per loro inutili, ma per i quali collezionisti facoltosi in tutto il mondo, sono disposti a spendere una fortuna?
Nel film vado a vedere cosa può succedere quando il basso incontra l’alto, quando due mondi così opposti entrano in rotta di collisione. Sono certo che per me il mezzo migliore per descrivere questo impatto sia ispirarmi alla nostra tradizione cinematografica della commedia all’italiana. Lavorando sulle atmosfere tragicomiche di un cinema fatto non solo di battute, ma ricco di situazioni dove la tragedia è spesso fonte di una comicità vera e disperata, che ci riporta al centro della vita degli uomini, specialmente di quelli che il resto del mondo considera senza arte né parte (Giovanni Albanese).

DONATELLA FINOCCHIARO
Scoperta al cinema dalla regista Roberta Torre, che la volle protagonista del suo film "Angela", Donatella Finocchiaro, nata a Catania il 16 novembre del 1970, in realtà calcava già da tempo i palcoscenici teatrali. Per la recitazione, ha detto in un’intervista, aveva lasciato tutto: laureata in Giurisprudenza, aveva trovato posto in uno studio legale. Ma poi la passione per la recitazione ha trionfato. Dopo Angela del 2002, in cui è la moglie di un boss mafioso anche lei addentro agli affari del marito, ha girato tra gli altri, "Perduto amor," film d’esordio alla regia di Franco Battiato, suo conterraneo, e "Il regista di matrimoni" (2006) di Marco Bellocchio, sempre ambientato nella sua Sicilia. Dopo la fiction Tv "Aldo Moro - Il presidente" (2008) viene nominata per il Nastro d'Argento e il David di Donatello come migliore attrice per la performance in "Galantuomini" (2008) di Edoardo Winspeare, il ruolo di donna malavitosa nella Puglia della Sacra Corona Unita le è valso il premio per la migliore interpretazione al Festival del cinema di Roma, edizione 2008.
Continua ad alti livelli in "Baarìa" (2009) e nel mediometraggio "Prove per una tragedia siciliana" (2009) di John Turturro; il 2011 è l'anno di consacrazione, con ben cinque pellicole: "I baci mai dati" di Roberta Torre, "Sorelle Mai" di Marco Bellocchio, "Manuale d'amore 3" di Giovanni Veronesi, "Senza arte né parte" di Giovanni Albanese e "Terraferma" di Emanuele Crialese.


ore 22.30 - Omaggio al ventennale degli sbarchi albanesi in Italia
a seguire proiezione del film Ballkan Bazar (2011) di Edmond Budina
introducono Edmond Budina e Raffaele Gorgoni

BALLKAN BAZAR (88')
di Edmond Budina, Albania/Italia, 2011

CREDITS
Regia - Edmond Budina
Soggetto e sceneggiatura - Edmond Budina
Fotografia - Daniele Baldacci
Montaggio - Marzia Mete
Musiche originali - Admir Shkurtaj
Trucco - Nadia Ferrari
Costumi - Stela LaKnor
Scenografia - Arian Risvani
Produzione - Mediaplex Italia, Erafilm Production (Albania)
Cast - Catherine Wilkening (Jolie), Veronica Gentili (Orsola), Visar Vishka, Erand Sojli, Artan Islami, Edmond Budina.

Il film è una coproduzione italo-albanese finanziata dal Centro Cinematografico Albanese e dalla Direzione Generale per il Cinema nel Ministero dei Beni Culturali Italiano.

SINOSSI
Jolie, affascinante quarantenne, dopo il divorzio dal marito italiano, decide di tornare a vivere in Francia. Vuole portare con sé anche le spoglie di suo padre, un ex ufficiale morto alcuni anni prima in Italia. Ma la bara è scomparsa, per errore è stata spedita in Albania.
L’inaspettato viaggio di Julie e sua figlia Orsola, prima a Tirana, poi in un paesino sperduto del sud dell’Albania, si muove dentro il perimetro reale di un contenzioso tra Greci e Albanesi per il possesso di luoghi di culto per i defunti, disseppellimento, vendita di ossa e mausolei da costruire. Complice l’amore, i due mondi si contamineranno.

EDMOND BUDINA
Edmond Budina è nato nel 1952 a Tirana, dove si è laureato presso l'Accademia delle Arti. Per anni ha lavorato come attore e regista al Teatro Nazionale, di cui è stato anche membro del Consiglio Dirigente Artistico. Ha collaborato con numerose riviste e giornali occupandosi di teatro, cinema e televisione e dirigendo, tra l’altro, spettacoli di successo che hanno segnato una svolta nella storia del teatro albanese.
È arrivato in Italia nel 1992, grazie all’operazione CORA (rimpatrio delle famiglie italo-albanesi) organizzato dal Governo Italiano. Nel 1993-94 ha collaborato, in qualità di aiuto regista e tecnico, con la società Ipotesi Cinema (scuola di Ermanno Olmi). Nel 1994, come sceneggiatore e regista, ha realizzato il documentario "Guardando al ritorno", che ha partecipato al Med Film Festival ‘96.
Nel 1995 ha selezionato, tradotto, messo in scena e recitato poesie e prose di Ismail Kadaré nello spettacolo "Tabir Sarail" rappresentato in diverse città d'Italia. Nel 1996 è stato protagonista dello spettacolo "Migranti" di Marco Baliani, prodotto dall'ETI (Ente Teatrale Italiano) e rappresentato nei teatri più importanti del Paese, dal Teatro Valle di Roma al Piccolo Teatro di Milano. L’opera ha vinto il Premio Nazionale per la traduzione, consegnato dal Ministero dei Beni Culturali. Dal 2000 al 2002 ha partecipato alla soap opera "Un posto al sole" prodotta e trasmessa dalla RAI. Ha recitato nel film "Tickets" di Ken Loach, in concorso Festival di Berlino nel 2005.
Nel 2003 è uscito nelle sale italiane il suo primo lungometraggio "Lettere al Vento", realizzato con il contributo del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali. Il progetto è stato sviluppato da Ennio De Dominicis e prodotto dall'ASP di Donatella Palermo. “Lettere al vento” ha ottenuto il Premio Qualità del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali per l’anno 2005 e ha partecipato a numerosi festival, aggiudicandosi tra l’altro vari premi come migliore film e migliore sceneggiatura.

Note di regia. In tutto il mondo si costruiscono cimiteri monumentali, si riesumano i morti, si profanano tombe per cancellare la memoria degli altri. È quello che si narra nel film e che è accaduto realmente ai confini tra Grecia e Albania.
È risaputo che i Greci avanzano pretese territoriali nei confronti dell'Albania del sud, da loro chiamata Epiro del nord. Allo stesso modo, gli Albanesi rivendicano zone della Grecia del nord dove giacciono tombe dei loro antenati. Tali pretese spesso diventano conflitti che, come sappiamo, hanno interessato i paesi dell’est e continuano ad essere presenti tutt’oggi a Cipro, in Armenia, Palestina, Israele, Kurdistan, Turchia, Asia, Africa, coinvolgendo le popolazioni che vivono nei territori di confine, ma anche regioni di una stessa nazione.
Spesso accade che questi conflitti di rivendicazione delle radici, delle origini, della storia, delle “tombe dei nonni”, dei “nostri morti” e della patria, si trasformino in vere e proprie guerre. E quasi sempre queste guerre si celano dietro idee, dottrine, ideologie, religioni, manifestandosi con lo sventolio delle proprie bandiere.
Forse è il caso di abbandonare questa retorica prendendoci un po' in giro, scherzando un po’ anche con le bandiere. Perché no? In fondo l’unica bandiera che non conosce confini, che fa riprodurre la specie umana è quella dell'amore. E quale potrebbe essere la bandiera dell'amore? Le mutande?!
Allora, come in un gioco, proviamo a sostituire i mille colori delle bandiere con quelli altrettanto variegati delle mutande!!! E forse avremmo un cielo altrettanto colorato. Se dietro ogni bandiera ci fosse stato un po’ più d’amore (più mutande!) forse non ci saremmo odiati così tanto e il mondo sarebbe stato migliore…
Il viaggio inaspettato di due donne italiane in un paesino sperduto dell’Albania del sud è una metafora per scoprire i problemi e le contraddizioni, non soltanto di un paese come l’Albania, ma di quasi tutti i paesi.
Una realtà tanto tragica quanto comica, dove si intrecciano i nostalgici del passato con i ciarlatani di oggi, il parassitismo con la sopravvivenza, l’intelligenza e il razionale con la follia. E sembrerà un mondo davvero pazzo in cui le persone sempre di più corrono dietro gli oroscopi e le magie, per trovare una via d’uscita o magari nascondersi dietro un’illusione, un sogno. E sembra un sogno, un mondo fuori dal comune l’esumazione dei morti, che fa comprendere e sorridere della stupidità e dell’assurdità di tale gesto.

CATHERINE WILKENING (Jolie)
Catherine Wilkening è un’attrice francese nata a Digione nel 1963. Tra i lavori più interessanti possiamo citare la partecipazione nel film Jésus of Montréal (1988) di Denys Arcand, nei panni di Mireille Fontaine e in Mare largo di Ferdinando Vicentini Orgnani, dove ha interpretato la parte di Annik.


Venerdì 2 settembre
Castello Aragonese - Sala triangolare

Ore 10 - Workshop ll ruolo dei Film Fund in Europa: origine ed evoluzione
Presentazione dello studio Il sostegno alla filiera audiovisiva in Puglia: per un'analisi d'impatto di Apulia Film Fund (2007-2010) realizzato dalla Fondazione Rosselli e commissionato da Apulia Film Commission.

Lo studio, realizzato dall’Istituto di Economia dei Media (IEM) della Fondazione Rosselli, fotografa la portata degli impatti economici sul territorio regionale dell’Apulia Film Fund, il fondo di finanziamento per l’audiovisivo gestito da Apulia Film Commission. Il report, realizzato da Bruno Zambardino e coordinato da Flavia Barca, analizza la proporzione tra contributo erogato e spesa sul territorio sostenuta dalle produzioni audiovisive beneficiarie nei quattro anni di attività del fondo (2007-2010). Nel corso di pochi anni, AFC è diventata l’interlocutore unico per l’attivazione di interventi a favore dell’intero ecosistema audiovisivo pugliese, drenando e convogliando risorse provenienti da differenti fonti di finanziamento (ordinarie, nazionali e comunitarie). Istituita su legge regionale, la Fondazione Apulia Film Commission nasce nel 2007 con l’obiettivo di attrarre le produzioni audiovisive in Puglia grazie alla competitività dei servizi, la professionalità delle maestranze e l’abbattimento dei costi di trasferta, cast, troupe e location scouting del territorio. AFC supporta e coordina l’intera filiera cinematografica e audiovisiva con una dotazione annuale di circa 2 milioni di euro, attraverso Apulia Film Fund, il fondo di finanziamento ai prodotti audiovisivi erogato in tre tranche annuali, e il Bando di ospitalità, cumulabile con il primo e destinato alle spese di soggiorno e permanenza in Puglia. AFC fa parte di Cine-Regio, network europeo di Fondi regionali per l’audiovisivo, della AFCI - Associazione delle Film Commission mondiali, del coordinamento delle film commission italiane (IFC), alla EUFCN, della Conferenza permanente per l’audiovisivo del mediterraneo (COPEAM) e partecipa stabilmente ai tavoli ministeriali di concertazione delle politiche di settore.

Interventi istituzionali:
Apulia Film Commission (Silvio Maselli e Luigi De Luca), Regione Puglia (Ass. Mediterraneo, Cultura e Turismo, Silvia Godelli), Provincia di Lecce (Ass. Cultura, Simona Manca), Comune di Otranto (Sindaco, Luciano Cariddi), Fondazione Rosselli - Istituto di Economia dei Media (Flavia Barca), CineRegio-Wallimage (Philippe Reynaert), Regio Fun (Anita Skwara), APT-Lecce (Stefania Mandurino), Confindustria Lecce e Osservatorio Banche Imprese (Antonio Corvino).

Con la partecipazione di: registi, produttori, attori dei film inseriti in rassegna e dei referenti dei Film Fund e delle Film Commission che hanno sostenuto tali opere.

Porta Alfonsina
ore 19.00 - Premio Cinema e Territori

alla regista Giorgia Cecere e all’attrice Isabella Ragonese
a seguire proiezione del film Il primo incarico (2010)

IL PRIMO INCARICO (90')
di Giorgia Cecere, Italia, 2010

CREDITS
Regia e Soggetto - Giorgia Cecere
Sceneggiatura - Giorgia Cecere, Li Xiang-Yang, Pierpaolo Pirone
Fotografia - Gianni Troilo
Montaggio - Annalisa Forgione
Musiche originali - Donatello Pisanello
Suono in presa diretta - Daniele Maraniello
Trucco - Laura Franziska Maier
Costumi - Sabrina Beretta, Akiko Kusayanagi
Scenografia - Sabrina Balestra
Organizzazione - Luciano Lucchi, Ivan D'Ambrosio
Produttore - Donatella Botti
Cast - Isabella Ragonese (Nena), Francesco Chiarello (Giovanni), Alberto Boll, Miriana Protopapa, Rita Schirinzi, Antonio Fumarola.

Una produzione BIANCAFILM in collaborazione con RAI CINEMA, con il contributo di Apulia Film Commission e il sostegno di Italgest Energia SpA, Provincia di Brindisi, Provincia di Lecce - Salento Film Fund, Comuni di Cisternino e di Castrignano del Capo, con il supporto della Saietta Film.

SINOSSI
Nel 1953, una ragazza meridionale, Nena, deve lasciare famiglia e fidanzato e trasferirsi in un paesino della Puglia per assumere il suo primo incarico di maestra di scuola. Ad accoglierla, però, è una realtà ostile, quasi arcaica, popolata di persone con cui Nena non sembra condividere nulla. Determinata a portare a termine il mandato, la giovane insegnante si scontrerà con quei luoghi selvaggi dimostrando un carattere fuori dal comune e spingendosi a ripensare la propria vita in modo sorprendente.

GIORGIA CECERE
Giorgia Cecere ha studiato regia con Gianni Amelio al Centro Sperimentale, in seguito ha lavorato con lui per "Porte Aperte" (cast e assistente alla regia, 1990) e "Il ladro di bambini" (di quest’ultimo ha scritto i dialoghi, 1992). Presso Ipotesi Cinema di Ermanno Olmi ha realizzato il mediometraggio "Mareterra". Ha scritto soggetto e sceneggiatura di "Sangue Vivo" (2000) e de "Il Miracolo" (2002) per la regia di Edoardo Winspeare. "Il primo incarico" segna l’esordio alla regia di Giorgia Cecere e si avvale dell’interpretazione di una straordinaria Isabella Ragonese, in un ritratto di donna di rara intensità.

Note di regia. Da piccola amavo i film dei cowboy, che se ne andassero alla fine da soli verso chissà dove. La libertà l’ho imparata dai film. Guardandoli in televisione, nel piccolo tinello della nostra casa nell’ultimo paese del Capo di Leuca, scoprivo che il mondo era grandissimo, si poteva percorrere in lungo e in largo, si potevano fare cose incredibili, comportarsi in modi stravaganti, baciarsi all’improvviso tra sconosciuti, ballare sotto la pioggia. Ho voluto imparare a fare i film per raccontare il lato meraviglioso (e certo anche terribile) dell’esistente, il fatto che in qualunque momento può succedere qualunque cosa dentro e fuori di noi.
Con "Il primo incarico" volevo raccontare l’avventura di una giovane donna che con tanta fatica e meraviglia scopre ciò che davvero vuole nella vita rendendola il più possibile trasparente alla percezione dei sensi: tutte noi siamo state almeno una volta Nena, abbiamo costruito almeno una volta un amore immaginario di tale potenza da poter essere disperate all’idea di perderlo, a tutte noi la vita poi ha svelato la verità dolce/amara che quell’amore era niente. E questo non vale solo per l’amore, vale oggi per un’infinità di cose. In questa favola moderna si racconta il lungo viaggio che compie Nena per arrivare alla propria originaria possibile felicità (è necessario dire che è fatta di tutt’altro da quello che siamo in genere indotti a credere?). E poiché volevo che intorno a lei ci fosse un mondo vivo e diverso dal consueto, accanto alla vera co-protagonista della storia, la Natura nel susseguirsi delle stagioni, ho cercato interpreti che fossero giusti, aderenti ai personaggi ma non troppo familiari al pubblico. Alla fine, dopo una lunga ricerca, è avvenuto che fossero tutti, tranne Isabella, non attori. È stato il rischio maggiore che ho corso e ho potuto farlo solo sapendo della speciale bravura di Isabella (non c’è mai stata un’altra Nena da quando ormai un bel po’ di tempo fa, attrice semisconosciuta, ho avuto il piacere d’incontrarla: lei ha avuto la pazienza di aspettare che il film si realizzasse, la grazia di restare come l’avevo vista la prima volta, la capacità di diventare nel frattempo l’attrice più interessante della sua generazione). Oggi comunque non potrei immaginare altri interpreti nei panni di ognuno di quei personaggi. So che l’intima coerenza di quanto è narrato dipende molto dalla circostanza che sono tutti come sbucati davvero da quei saloni o da quelle misere stanze (Giorgia Cecere).

ISABELLA RAGONESE
Isabella Ragonese nasce a Palermo il 19 maggio del 1981 e inizia la sua carriera in ambito teatrale scrivendo opere, da lei stessa dirette e interpretate, tra cui “Che male vi fo” e “Bestino”. Partecipando a vari concorsi per artisti emergenti, vince nel 1998 il primo premio dell’INDA (Istituto Nazionale del Dramma Antico) con un saggio sulla figura dell’Ecuba euripidea. Nel 2000 completa gli studi di recitazione con il conseguimento di un diploma presso la Scuola Teatès, diretta da Michele Perriera.
L’esordio sul grande schermo arriva nel 2006 nel film “Nuovomondo” di Emanuele Crialese, mentre il 2008 la consacra tra le giovani attrici di maggior successo con unanime consenso di pubblico e critica. Dopo la partecipazione al film indipendente “Detesto l’elettronica stop” (2008) di Cosimo Messeri, affronta l’attuale e delicata tematica del precariato giovanile nel film diretto da Paolo Virzì, “Tutta la vita davanti” (2008), in cui veste i panni della protagonista, Marta, neo laureata in Filosofia Teoretica con scarse possibilità di entrare nel mondo del lavoro, un’ironica ma realistica performance che le dà maggiore notorietà. Nello stesso anno mostra la sua versatilità, partecipando all’episodio “L’autobus del peccato” nel film comico “Il Cosmo sul comò” di Marcello Cesena, con il trio di Aldo Giovanni e Giacomo.
Nel 2009 lavora con l’attrice Valeria Solarino in “Viola di mare” (2009), film diretto da Donatella Maiorca e tratto dal libro “Michia di Re” di Giacomo Pilati.
Negli ultimi anni compare sempre più frequentemente sul grande schermo in “Due vite per caso” (2009) di Alessandro Aronadio, “Oggi sposi” (2009) di Luca Lucini e “Dieci inverni” (2009) di Valerio Mieli, al fianco di Michele Riondino. Nel 2010 partecipa al Festival del Cinema di Cannes nel film di Daniele Luchetti, “La nostra vita”, con Elio Germano.


ore 22.30 – presentazione del documentario Ritals di Sophie e Anna-Lisa Chiarello
presentazione di Carlo Bonini

RITALS (78')
di Sophie e Anna Chiarello, Italia, 2011

CREDITS
Regia - Sophie Chiarello e Anna-Lisa Chiarello
Soggetto e Sceneggiatura - Sophie Chiarello e Anna-Lisa Chiarello
Fonico- Piero Fancellu e Valentino Giannì
Montaggio - Aline Hervé
Montaggio del suono - Massimo Armeli
Operatori - Sophie Chiarello, Manuel Chiarello, Anna-Lisa Chiarello e Diana Palombaro
Produzione - La Fabbrichetta srl
Produttore - Gianluca Arcopinto
Cast - Vincenzo Chiarello e Maria Bleve e con Carmelo Chiarello, Luigi Chiarello, Biagio Chiarello, Filomena Licchetta e Marie-Claire Basile.

Film realizzato con il sostegno di Apulia Film Commission e il patrocinio dell’Ambasciata di Francia a Roma

SINOSSI
"Ritals" ripercorre la storia di Maria e Vincenzo e i suoi fratelli che a metà degli anni '50 emigrano dal Basso Salento in Francia. Partiti con un progetto migratorio essenzialmente di lavoro, e quindi temporaneo, si stabilizzano nella periferia di Parigi dove resteranno per 25 anni.
Da Corsano a Parigi e da Parigi a Corsano, le loro voci tessono un racconto di vita portandoci a raccontare altre storie legate alla loro. Alla fine degli anni ’80, Vincenzo e Maria tornano nel loro paese di origine, decisi a non fare più 'valigie'. È il "grande ritorno" che li confronterà a un nuovo spaesamento, in una condizione di entre-deux culturale insolubile.

SOPHIE CHIARELLO
Sophie Chiarello nasce in Francia nel 1967 e si trasferisce in Italia nel 1989. Nel 2002 realizza e produce il cortometraggio "Ficarigna" che ottiene premi in vari festivals. Segue il corto autoprodotto in digitale "U semafuru" e, nel 2006, il cortometraggio "Un filo intorno al mondo" interpretato da Aldo Baglio, Giovanni Storti e Giacomo Poretti. Il corto si fa notare in molti festivals in Italia e all’estero ed è finalista ai nastri d’argento 2006.
Nel frattempo, è aiuto-regista di film quali "Anche libero va bene" di Kim Rossi Stuart, "Giulia non esce la sera" di Giuseppe Piccioni, "Il miracolo" di Edoardo Winspeare, "Chiedimi se sono felice", "La leggenda di Al, John e Jack" e "Tu la conosci Claudia" di Aldo Giovanni Giacomo e Massimo Venier, e altri ancora in Italia e all’estero. Tra il 2008 e il 2010, sviluppa e scrive, con Dino e Filippo Gentili la sceneggiatura di "Il clan delle cugine", una produzione Good Time e Raicinema. Nel 2010 realizza insieme ad Anna-Lisa Chiarello, il documentario "Ritals", prodotto da Gianluca Arcopinto con il sostegno di Apulia Film Commission.
Nell’estate del 2010, collabora alla regia del film "La banda dei Babbi Natale" di Aldo, Giovanni e Giacomo, uscito a Natale al cinema. Realizzazione in corso del documentario "Giovine Italia" in co-regia con Filippo Macelloni per la AdHoc Film e Nanof produzioni.

ANNA-LISA CHIARELLO
Anna-Lisa Chiarello è nata in Francia dove ha studiato etnologia. Si trasferisce in Italia nel 2001 e a Bari inizia a lavorare insegnando francese alla Facoltà di Scienze Politiche e, parallelamente, consegue un dottorato di ricerca in Sociologia del diritto, lavorando su tematiche quali l’esclusione, la follia, la devianza, le istituzioni 'totali', l’emigrazione, ecc.
Nel 2010 scrive e dirige insieme a Sophie Chiarello, il film documentario "Ritals", storia di un’emigrazione.
Attualmente segue un laboratorio di scrittura creativa e lavora su due progetti di scrittura.


Sabato 3 settembre
Porta Alfonsina
ore 19.00 - Premio Cinema e Territori
proiezione del film Che Bella Giornata (2011) di Gennaro Nunziante con Checco Zalone
presentazione di Gennaro Nunziante e Francesco Asselta - Apulia Film Commission

CHE BELLA GIORNATA (92')
di Gennaro Nunziante, Italia, 2011

CREDITS
Regia - Gennaro Nunziante
Sceneggiatura - Gennaro Nunziante
Fotografia – Federico Masiero
Montaggio - Pietro Morana
Musiche – Luca Medici
Suono in presa diretta - Massimo Simonetti
Costumi – Mary Montalto
Scenografia – Sonia Peng, Elio Maiello
Organizzatore di produzione - Jacopo Cino
Produttore – Pietro Valsecchi
Cast - Checco Zalone (Checco), Nabiha Akkari (Farah), Annarita del Piano (Anna - mamma di Checco), Rocco Papaleo (Nicola - padre di Checco), Tullio Solenghi (Cardinale Rosselli).

Il film è realizzato con il sostegno di Apulia Film Commission.

SINOSSI
Milano. Checco, security di una misera discoteca della Brianza, a causa del pericolo di attentati che richiede misure straordinarie per i luoghi a rischio, si ritrova a lavorare come addetto alla sicurezza del Duomo di Milano.
In poco tempo e grazie alle sue spiccate capacità intellettuali che provocano infiniti malintesi, Checco diventa la vera minaccia al patrimonio artistico italiano e presto ci si rende conto di non aver fatto un grande affare ad assumerlo. Ma… Checco incontra Farah, una studentessa d’architettura che si finge francese e se ne innamora. Farah in realtà è araba ed è a Milano per portare a termine la sua personalissima vendetta. Tutto sembra andare bene ma Farah non ha fatto i conti con l'animo di Checco che cambierà per sempre le sorti della sua vita.

GENNARO NUNZIANTE
Gennaro Nunziante è attore e sceneggiatore. Dal 1985 si mette in luce come ideatore e autore di testi per programmi televisivi nei quali recitano i comici Toti e Tata (Emilio Solfrizzi e Antonio Stornaiolo).
Eccellente nella scrittura comica, diventa sceneggiatore cinematografico. Il primo film che porta la sua firma è "Liberate i pesci" (2000) di Cristina Comencini. L'esperienza è così piacevole che continua per questa strada, scrivendo: "Il grande botto" (2000) di Leone Pompucci, nel quale è anche attore; "Casomai" del 2002; "La febbre" (2005) e "Commediasexi" (2006).
Nel 2009 comincia a collaborare con Checco Zalone, passando alla fase registica della sua carriera. Da questo sodalizio nasce prima il campione d'incassi "Cado dalle nubi" (2009) e dopo "Che bella giornata". Entrambi i titoli hanno in comune il soggetto: un immigrato meridionale che cerca di stare bene in una comunità del nord, ma che è una scusa per fare della satira politico-sociale sull'Italia.

CHECCO ZALONE
Luca Medici, in arte Checco Zalone, è nato a Capurso (Bari) nel 1977. È diventato popolare come cabarettista e attore, ma ha iniziato la carriera come cantante. Nel 1995 forma il gruppo «2 di picche» con un amico d'infanzia. Racconta che all'epoca nessuna donna se li filava e da qui il nome del gruppo.
Conseguita una laurea in Giurisprudenza, già artista comico del laboratorio Zelig presente nella città di Bari, raggiunge la notorietà a livello nazionale quando nel 2005 arriva sul palco della trasmissione tv "Zelig Off". Partecipa poi a "Zelig Circus", in prima serata su Canale 5, dove esplode (memorabile la sua imitazione di Carmen Consoli).
Il nome Checco Zalone proviene da un gioco di parole, in dialetto barese, che sposta le lettere dell'esclamazione "Che cozzalone!", traducibile in lingua giovanile in qualcosa tipo "Che tamarro!". Il personaggio è la parodia di un cantante napoletano che si esibisce durante comunioni e matrimoni, rielaborando in chiave neomelodica partenopea canzoni di qualsivoglia genere musicale.
Durante l'estate del 2006, in concomitanza dell'inizio dei campionati mondiali di calcio che si svolgono in Germania, Checco Zalone dedica alla Nazionale italiana di calcio la canzone "Siamo una squadra fortissimi": il brano viene trasmesso quasi per scherzo su Radio Deejay, durante il programma radiofonico condotto da Ivan Zazzaroni, e riscuote subito un successo di pubblico inaspettato; partita dopo partita che l'Italia di Lippi vince (ricordiamo che l'Italia porterà a casa il titolo mondiale), la canzone di Zalone sembra diventare un vero e proprio portafortuna. Dopo lo scandalo di calciopoli che vede coinvolti Luciano Moggi e i massimi dirigenti della Juventus, Checco Zalone pubblica il brano "I juventini", satira sui tifosi della squadra bianconera, presentata prima da Piero Chiambretti nel suo programma tv "Markette" (su La7) e poi da Paolo Bonolis a "Il senso della vita" (su Canale 5).
Negli anni di Zelig sono numerosi i personaggi con cui duetta in esilaranti parodie di loro canzoni, storpiate da improbabili usi della grammatica italiana e farciti di doppi sensi; tra questi ci sono Jovanotti e Laura Pausini.
Nel mese di novembre 2009 esce al cinema il suo primo film, "Cado dalle nubi"; in contemporanea esce il suo disco che contiene tutte le canzoni del film. Arriva anche una candidatura ai David di Donatello 2010 per la miglior canzone, ma perde contro "Baciami ancora" di Jovanotti.
Torna sul grande schermo all'inizio del 2011 con il film "Che bella giornata"; la regia, come per il primo film, è di Gennaro Nunziante. In poche settimane "Che bella giornata" diventa il film italiano più visto di sempre, superando con gli incassi "La vita è bella" (1997) per il quale Roberto Benigni ha ricevuto un Oscar.


ore 22.30 - Sezione short films & documentaries
Proiezione delle opere: Il richiamo del tordo (2011) di Rossella Piccinno, Fliegen (2009) di P.J. Lewandowski, Vino Amaro (2008) di Pascal Pezzuto.


IL RICHIAMO DEL TORDO (09'55'')
di Rossella Piccinno, Francia, 2010

CREDITS
Titolo originale - La mécanique de la grive
Regia e Sceneggiatura - Rossella Piccinno
Fotografia - Sarah Blum
Montaggio - Rossella Piccinno
Suono - Yan-elie Goran
Montaggio del suono e mixaggio - Christian Cartier
Accompagnamento artistico - Johana Hadjithomas, Khalil Joreige
Cast - Anonine Ray, Maxime Lecluyse, Salomé Lecluyse

Prodotto da Le Fresnoy - Studio National des Arts Contemporains.

SINOSSI
Una donna cammina in una foresta viaggiando attraverso i suoi ricordi. Rincontrando se stessa bambina a caccia con il padre, rivive il terrore degli spari e il desiderio di essere accettata nonostante non sia un maschio. Per la prima volta riesce a guardare suo padre con occhi diversi, comprendendone la solitudine e
la debolezza.
"Il Richiamo del Tordo" è un film sulla famiglia, sulla difficoltà di crescere nelle aspettative e sulla delusione delle aspettative disattese. È un film sull'amore che spesso si mescola con il potere e con il dolore.

ROSSELLA PICCINNO
Rossella Piccinno è nata a Tricase (Lecce) nel 1978. Nel 2004 si laurea in Cinematografia Documentaria e Sperimentale al DAMS di Bologna, per diplomarsi successivamente come Tecnico di produzioni video. Nel 2005 debutta alla regia con il corto "Interno sei" seguito dai documentari "Mauritania: città-biblioteche nel deserto" (2006), "Occhi negli occhi memorie di viaggio" (2007), "Voci di donne native e migranti" (2008), "To my darling" (2008) e "Hanna e Violka" (2009). Nel biennio 2009-2011 si diploma in Cinema e arti digitali presso il Fresnoy - Studio National des Arts Contemporains, dove torna alla fiction con il cortometraggio "Il richiamo del tordo" (2010) e realizza l’installazione video interattiva "Eruption of the end" (2011).

Note di regia. Alla base di questo progetto c’era l’idea di una video-installazione basata su immagini d’archivio dal titolo "La famiglia nucleare". Volevo creare qualcosa di ironico e deflagrante che bombardasse lo spettatore mettendo l’accento sui clichés con cui media, stato e religione, strumentalizzano il concetto di famiglia. Volevo anche denunciare la violenza domestica e la famiglia come primo sistema di potere a imporsi sulla libertà individuale. Penso ancora che sia un progetto interessante ma è evidente che realizzando "Il richiamo del tordo" ho infine dato voce ad altre istanze.
Perchè volevo occuparmi di questo tema? Cosa c’era di personale dietro questo discorso così generale? Quale era il mio conflitto diretto con la famiglia? Che cosa mi aveva così profondamente ferita?
Con questi quesiti comincia uno scandagliamento profondo del mio passato che è pari a quello della protagonista del film sulle tracce della propria infanzia. In balìa di un flusso di emozioni indefinite ho cercato l’equilibrio in una scrittura rigorosa e ho scelto per questo di girare in pellicola super 16mm. Ho trasposto il mio vissuto autobiografico dal Sud dell’Italia al Nord della Francia per dare a questo ricordo uno statuto autonomo e per cercare di renderlo universale. Soprattutto, ho scoperto che prima di esprimere la mia carica eversiva avevo bisogno di guarire il dolore. "Il richiamo del tordo" è un viaggio iniziatico interiore.


FLIEGEN (26')
di Piotr J. Lewandowski, Germania, 2009

CREDITS
Regia - Piotr J. Lewandowski
Sceneggiatura - Finn-Ole Heinrich, Jan Oberländer
Fotografia - Lars Petersen
Montaggio - Daniel Olteanu, Dirk Schreier
Musiche - Patrick Waizmann, Albrecht Neander, Ronald Jenkees
Costumi - Patricia Walczak
Scenografia - Patricia Walczak
Produttori - Carsten Atrauch, Piotr. J. Lewandowski
Cast - Sandra Hüller, Jacob Matschenz, Peter Moltzen, Rainer Ewerrien, Thomas Giegerich, Cornelia Niemann, Oktay Özdemir, Konstantin Prochorowski.

Selezionato da RegioFun Festival 2010 (Polonia).

SINOSSI
Per evitare la deportazione, Dima, falegname originario dell'Europa dell'Est, si rifugia nella casa di Sarah, una studentessa che decide di girare un documentario sull'uomo. La lavorazione del film si trasformerà in un'avventura molto personale.

PIOTR J. LEWANDOWSKI
Nato a Varsavia, Piotr J. Lewandowski attualmente vive e lavora nella sua patria adottiva, la Germania. Tra il 1994 e il 2007 ha studiato in diverse università in Polonia, Inghilterra e Germania. Dal 1996 è stato direttore di numerosi progetti di pubblicità e filmati. Il suo background come artista di animazione 3D è ancora molto presente nei suoi film.
I cortometraggi di Lewandowski hanno ricevuto numerosi riconoscimenti nazionali e internazionali, sono stati inoltre presentati in numerosi festival cinematografici e trasmessi in mondovisione su diversi canali televisivi.
Tra i suoi lavori da regista ricordiamo "Little Computer People" (2001), "Heavy Pregnant" (2003), "Papa" (2005), "Die Aufschneider" (2007), "Janek" (2008) e il suo lungometraggio "Fliegen" (2009).
Piotr J. sta attualmente lavorando al suo debutto cinematografico, insieme a Finn-Ole Heinrich e Jan Oberlaender.


VINO AMARO (30')
di Enzo Pascal Pezzuto, Italia, 2008

CREDITS
Sceneggiatura e Regia – Enzo Pascal Pezzuto

Prodotto da Khàrisma con il contributo di Apulia Film Commission.
Primo classificato al Concorso Gran Premio "ilCORTO.it" - Festa Internazionale di Roma (2009).

SINOSSI
Documentario-sceneggiato tratto da un articolo di Vittorio Bodini, in cui il noto poeta ricostruisce le vicende della produzione vinicola salentina degli anni Cinquanta. L'articolo, pubblicato nel 1950 sul settimanale "Omnibus", dalle cui riflessioni è tratta la sceneggiatura di Pezzuto, attribuisce il fenomeno dei magri guadagni dei produttori di vini salentini dell'epoca all'atavica pigrizia della gente del Sud e al forte potere economico dei settentrionali, appoggiati dalle banche.
Il documentario è ricco di pacate provocazioni e invita alla riflessione. Con tale mediometraggio il Salento e il Comune di Squinzano (Le) recuperano la propria gloriosa storia di leaders nel campo della lavorazione vinicola. Il cast è composto da attori professionisti con la partecipazione straordinaria di Fefè De Giorgi, campione del mondo di pallavolo, che interpreta Bodini.

ENZO PASCAL PEZZUTO
Enzo Pascal Pezzuto, nativo di Squinzano in provincia di Lecce (Italy), vive e lavora tra Roma e il Salento. Dopo la laurea in legge e l’iscrizione all’Ordine degli Avvocati di Roma, ha frequentato scuole pubbliche e private, tra cui quella di Vittorio Gassman, per la formazione di attori e registi.
In teatro ha esordito giovanissimo come coprotagonista di “Ottocento volte no” con Mita Medici e Carlo Hinterman per la regia di Andrea Camilleri. Successivamente ha ottenuto riconoscimenti dall’Istituto del Dramma Italiano come protagonista e regista de “Il segreto di S. Pietro”, scritto da Guglielmo Negri e prodotto dal Teatro di Roma (1986). Nel ’96 ha ricevuto il Premio Amnesty International come autore e regista di “Donne d’Assalto”, dramma ispirato alla guerra in Bosnia.
Nel teatro d'opera ha interpretato il ruolo (recitato) di Lillas Pastia nella Carmen di Bizet (Stagione Lirica Provincia di Lecce 1997) con la regia di Franco Ripa Di Meana e Andrea Mazza. Per la stagione 2010 della Provincia di Lecce è stato collaboratore regista di Tito Schipa Jr. nell’allestimento de “Il Campanello” di Donizetti e, nella stessa opera, ha interpretato il ruolo (recitato) di Spiridione.
In tv ha lavorato fino al 1985 come protagonista in vari sceneggiati. In seguito ha interpretato diversi ruoli ed è stato collaboratore regista di Giuseppe Ferrara nella fiction “Donne di Mafia”.
Nel cinema, oltre che come interprete, ha spesso prestato la sua opera in qualità di assistente volontario alla regia. È autore e regista del telefilm scientifico “Il segreto dei serial killer”, tratto dalle ricerche dei criminologi Vincenzo Maria Mastronardi e Ruben De Luca, e autore delle sceneggiature cinematografiche “Diamanti e Ciliegie” e “L’Amante Divino”.


Martedì 6 settembre
Castello Aragonese
Ore 19.00
- Omaggio al decennale del fondo Wallimage
Lezione di cinema: Jean-Pierre e Luc Dardenne
consegna del Riconoscimento speciale Città di Otranto
a seguire proiezione del film Il ragazzo con la bicicletta (2011) di J.P. e L. Dardenne
presentazione di Luigi De Luca – Apulia Film Commission


IL RAGAZZO CON LA BICICLETTA (87')
di Jean-Pierre e Luc Dardenne, Belgio/Francia/Italia, 2011

CREDITS
Titolo originale - Le Gamin au Vélo
Regia e sceneggiatura - Jean-Pierre Dardenne, Luc Dardenne
Fotografia - Alain Marcoen
Montaggio - Marie-Hélène Dozo
Ingegnere del suono - Jean‐Pierre Duret
Trucco - Natali Tabareau‐Vieuille
Costumi - Maïra Ramedhan‐Levi
Scenografia - Igor Gabriel
Direttore di produzione - Thomas Alfandari
Produttori - Jean‐Pierre e Luc Dardenne, Denis Freyd
Cast - Cécile de France (Samantha), Thomas Doret (Cyril), Jérémie Renier, Egon Di Mateo, con la partecipazione di Olivier Gourmet.

Gran Premio della Giuria al Festival di Cannes 2011
Una coproduzione Les Films du Fleuve, Archipel 35, France 2 Cinéma, RTBF (Télévision belge), Belgacom, con il sostegno di Film Fund Wallimage (Regione Vallonia) e il programma MEDIA dell'Unione Europea.

SINOSSI
Cyril ha quasi dodici anni e una sola idea fissa: ritrovare il padre che lo ha lasciato temporaneamente in un centro di accoglienza per l'infanzia. Incontra per caso Samantha, che ha un negozio da parrucchiera e accetta di tenerlo con sé durante i fine settimana. Cyril non è del tutto consapevole dell'affetto di Samantha, un affetto di cui però ha un disperato bisogno per placare la sua rabbia...

JEAN-PIERRE DARDENNE, LUC DARDENNE
Jean‐Pierre Dardenne è nato a Engis (Belgio) nell’aprile 1951. Luc Dardenne è nato ad Awirs (Belgio) nel marzo 1954. Insieme hanno realizzato numerosi documentari, tra cui "Le chant du Rossignol" (1978) e "Leçon d'une université volante" (1982). Nel 1975 Jean‐Pierre e Luc Dardenne hanno fondato la società di produzione «DERIVES» che ha prodotto fino ad oggi una sessantina di documentari, tra i quali quelli da loro diretti.
Nel 1994 hanno fondato la società di produzione «LES FILMS DU FLEUVE». Nel 1996, Jean-Pierre dirige con Luc il film "La promesse", che racconta le vicende di Igor, giovane meccanico alla ricerca della propria dignità. Da questo momento, la carriera dei due fratelli è segnata dalla loro costante presenza al festival di Cannes: nel 1999 vincono la Palma d'Oro con il film "Rosetta", coinvolgente ritratto di una donna alla ricerca di un lavoro e di un'esistenza normale; nel 2002 il loro film "Il figlio" viene premiato per il miglior attore protagonista, Olivier Gourmet; nel 2005, il film "L'enfant" vince la Palma d'Oro; nel 2008 con il film "Il matrimonio di Lorna" Luc e Jean-Pierre vincono il premio per la migliore sceneggiatura; nel 2011 è la volta del Gran Premio della Giuria per il film "Il ragazzo con la bicicletta", con Cécile de France (Samantha) e Thomas Doret (Cyril).
Il mondo rappresentato dai fratelli Dardenne è quello della classe povera del Belgio, un mondo marchiato dal degrado sociale, dalla disoccupazione, dallo sfruttamento, dalla delinquenza. Ma c'è sempre un filo di quella speranza nella loro cinematografia puramente naturalistica e una possibilità di rivalsa dell'essere umano sulla società odierna.

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